Famoudou Don Moye

Don Moye nasce a Rochester (New York) il 23 maggio 1946.

Diplomatosi in percussioni alla Wayne State University di Detroit, nel maggio del 1968 si unisce alla “Detroit Free Jazz Band” per un lungo tour attraverso l’Europa ed il Nord Africa. Qui conosce il pianista Randy Weston, suona a lungo con musicisti marocchini ed ha l’opportunità di approfondire la conoscenza delle tecniche e dei ritmi di diverse tribù africane.
Risiede per un breve periodo a Roma, dove lavora anche per la RAI, e nel 1969 si trasferisce a Parigi, dove collabora, tra gli altri, con Steve Lacy, Pharoah Sanders, Sonny Sharrock ed Art Taylor. Nello stesso anno giungono nella capitale francese Roscoe Mitchell, Lester Bowie, Malachi Favors e Joseph Jarman.

I quattro Art Ensemble of Chicago sono alla ricerca di un batterista ed incontrano Don Moye durante una session presso l’American Center Of Students and Artists. Con il suo drumming asciutto ed insieme esplosivo, con la sua espressività esuberante, a tratti giocosa, ricca di stilemi africani e caraibici e di una forte coloritura timbrica, Don Moye si integra perfettamente con la poetica musicale del gruppo, dando forma definitiva ad uno degli ensemble più influenti, apprezzati e longevi della storia del jazz. Moye dà anche un contributo determinante all’elaborazione degli aspetti teatrali e ritualistici del gruppo.

7T 8T 17T 40TCon l’AEC registra a Parigi diversi album, fra cui A Jackson In Your House, Message To Our Folks e Reese And The Smooth Ones (Byg/Actuel), Certain Blacks, With Fontella Bass e Phase One (America), People In Sorrow e Les Stances à Sophie (Nessa), The Paris Session (Arista/Freedom). Ritornato negli Stati Uniti al seguito dei suoi compagni, Don Moye diventa “Famoudou” Don Moye e si trasferisce a Chicago. Partecipa allo storico concerto del 1972 al Mandel Hall, registrato per la Delmark, ed è tra i protagonisti di vari altri capolavori, fra cui Bap-Tizum e Fanfare For The Warriors del 1973, con ospite Muhal Richard Abrams, per l’Atlantic.

In seguito, l’Art Ensemble registra diversi album per la casa tedesca ECM, fra cui Full Force, Nice Guys e Urban Bushmen. Nel 1975 fondano una propria etichetta, la AECO, che pubblica Kabala e registrazioni di concerti-solo, fra cui uno che Moye ha tenuto a Berkeley nel 1975, dal titolo Sun Percussion Solo. Nella metà degli anni Ottanta inizia anche il rapporto con l’etichetta giapponese DIW, tra i cui frutti ci sono anche i gioielli Naked, Ancient To The Future, Live at the Tokyo Music Joy, Art Ensemble of Soweto e America South Africa.

Oltre alla sua attività con l’AEC, che include anche la gestione dell’archivio storico e dei loro rapporti commerciali, Moye ha collaborato con molti altri musicisti. E’ stato membro del gruppo di all stars “The Leaders” ed ha inciso con “Black Artists Group”, Joseph Jarman, Don Pullen, Cecil McBee, Kirk Lightsey, Hamiet Bluiet, Julius Hemphill, Chico Freeman ed i Lester Bowie’s “Brass Fantasy”. E’ inoltre il leader degli otto “Sun Percussion Summit”, gruppo teso ad esplorare le tradizioni legate alle percussioni nell’ambito della musica afro-americana. Ha lavorato anche con i Gospel Messenger Singers, Dave Burrell, Gato Barbieri e Alan Shorter.
Tra gli innumerevoli artisti italiani con cui ha collaborato: Marcello Melis, Franco D’Andrea, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Beppe Barra, Pino Daniele, James Senese, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Joe Amoroso, Rino Zurzolo, Maria Pia De Vito, Lino Cannavacciuolo, Riccardo Lai, Dario Deidda, Giovanni Tommaso, Pepito Pignatelli, Mario Schiano, Antonello Salis, Luigi Lai, Tenores De Bitti, Maurizio Giammarco.
E’ stato il vincitore del Down Beat International Critics Poll negli anni 1977, 1978 e 1982, e del New York Jazz Poll sia nel 1979 che nel 1980. Il National Endowment for the Arts ha assegnato sovvenzioni ai suoi spettacoli nel 1974 e nel 1981.
In Italia collabora fin dal 1998 con il Pomigliano Jazz Festival. Prende parte alle formazioni inedite ed ai progetti speciali promossi dal Festival e svolge diverse attività formative, tra cui seminari di guida all’ascolto del jazz e laboratori di educazione al ritmo.

Famoudou Don Moye
Torna su